''Lasciate cadere ciò che vuole cadere; se lo trattenete, vi trascinerà con sé. Esiste un vero amore che non si occupa del prossimo.''
- Carl Gustav Jung -
La strega incarna i desideri, i timori e le altre tendenze della nostra psiche che sono incompatibili con il nostro io.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
"Supponiamo che mi sia successa una cosa molto sgradevole…
Se non l’ho assimilata, diventerà un corpo estraneo e formerà un ascesso nell’inconscio;
allora psicologicamente, comincia lo stesso processo di suppurazione che accade nel corpo fisico.
Avrò dei sogni o, se sono introspettivo, una fantasia in cui mi vedo come un criminale …
Se reprimo queste mie fantasie esse formeranno un nuovo focolaio d’infezione,
proprio come, nel corpo, una sostanza estranea può causarmi un ascesso…
Il sogno è un tentativo di farci assimilare cose non ancora digerite.
E’ un tentativo di guarigione."
Carl Gustav Jung, Analisi dei sogni
compensa il disordine e la confusione dello stato psichico,
attraverso il costituirsi di un punto centrale.
Carl Gustav Jung, 1980b, p. 381
Il mio linguaggio è imperfetto. Parlo per immagini non perchè io voglia essere brillante nella scelta delle parole, ma per l'incapacità di trovare quelle parole. Non posso infatti esprimere in altro modo le parole che emergono dal profondo
Il sogno è un tentativo di farci assimilare cose non ancora digerite.
E’ un tentativo di guarigione."
Carl Gustav Jung, Analisi dei sogni
Con la nascita del simbolo cessa la regressione della libido nell'inconscio.
La regressione si tramuta in progressione, il ristagno si volge in corrente.
Viene così spezzata la forza d'attrazione delle profondità primordiali.
Carl Gustav Jung, Tipi psicologici
L’ordine severo imposto da un’immagine circolare come quella del mandala...compensa il disordine e la confusione dello stato psichico,
attraverso il costituirsi di un punto centrale.
Carl Gustav Jung, 1980b, p. 381
Alcuni dei
nostri pensieri perdono la loro energia emotiva e diventano subliminali
(cioè non ricevono più la nostra attenzione conscia) per il fatto che ci
sembrano poco interessanti o di scarsa importanza, oppure perché abbiamo qualche specifica ragione per perderli di vista.
In realtà, è per noi normale e necessario dimenticare in questo modo affinché si possa far posto, nella mente conscia, alle idee e impressioni nuove.
Se ciò non accadesse, tutto quello che noi sperimentiamo resterebbe al
di sopra della soglia della coscienza e la nostra mente cadrebbe preda
di una insopportabile confusione.
Carl Gustav Jung, L'uomo e i suoi simboli
Un uomo che non
ha radici, senza un vero rapporto con il passato, con la vita degli
antenati (che pure continua in lui) e con la società umana del suo
tempo. Egli non abita in una casa come tutti gli altri uomini,
non mangia e non beve ciò che gli altri uomini mangiano e bevono, ma
vive una vita a sé, irretito in un'idea fissa soggettiva escogitata dal
suo intelletto e che egli ritiene essere la verità di recente scoperta.
Carl Gustav Jung, Simboli della trasformazione
Carl Gustav Jung
"Si vorrebbe imparare questo linguaggio, ma chi e' in grado di apprenderlo e di insegnarlo?
L'erudizione da sola non è sufficiente; esiste un sapere del cuore capace di offrire spiegazioni più profonde.
Il sapere del cuore non si trova nei libri, nè in bocca ai maestri, ma
cresce da te, come il verde frumento dalla terra nera. L'erudizione fa parte dello spirito di questo tempo, ma questo spirito non comprende per nulla il sogno, perchè l'anima si trova ovunque non si trovi il sapere erudito. Ma come posso ottenere il sapere del cuore? Puoi raggiungerlo soltanto vivendo pienamente la tua vita.
Tu vivi appieno la tua vita, se vivi anche quello che non hai ancora
vissuto, ma che soltanto ad altri hai lasciato da vivere o da pensare.
Dirai: «Non posso vivere o pensare tutto ciò che gli altri vivono o
pensano». Devi dire invece: «Dovrei vivere la vita che potrei ancora vivere e dovrei pensare tutti i pensieri che ancora potrei pensare".
La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta.
Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole.
Carl Gustav Jung
La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta.
Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole.
Carl Gustav Jung
Lasciate cadere ciò che vuole cadere; se lo trattenete, vi trascinerà con sé.
Esiste un vero amore che non si occupa del prossimo.
Carl Gustav Jung. Libro Rosso, p.245
Ciò a cui opponi resistenza persiste.
Ciò che accetti può essere cambiato
La rimozione è una specie di semi conscio e indeciso lasciar correre le cose, oppure disprezzare l’uva che non si puó raggiungere,oppure un volgersi da un’altra parte per non guardare in faccia i propri desideri.
Carl Gustav Jung. Psicologia e religione, pag. 77
Io non sono ciò che mi è capitato di essere.
Io sono ciò che ho scelto di diventare.
Carl Gustav Jung
Ogni essere umano ha nella sua anima un luogo tranquillo dove tutto è
naturale e facilmente spiegabile, un luogo dove gli piace rifugiarsi di
fronte alle sconcertanti possibilità della vita.
Carl Gustav Jung
Gli dèi che abbiamo rimosso dalla nostra consapevolezza nell'inconscio, sono diventati sintomi.
Carl Gustav Jung
“In principio, Jung ha detto che gli dèi scacciati dalle nostre religioni tornano nelle nostre malattie, nei nostri sintomi. Prendiamo uno degli dèi antichi, Ares-Marte. Quando accendiamo la Tv, è come se entrassimo in un tempio di Marte, con i suoi altari! Vediamo esplosioni, automobili che corrono a velocità spaventosamente alte, persone che fuggono, colluttazioni, sparatorie: l’intero moto della televisione è in se stesso velocissimo, perfino nella Tv dei ragazzi e nei cartoni animati. Il sabato mattina in America alla Tv c’è un cartone dopo l’altro, zzzzzz!, zzzzz!, bang!, tutti schizzano a una velocità tremenda. E questo è il dio Marte, la cui retorica è velocità, rapidità, guizzo. Esplosioni, incendi, violenza, pistole, coltelli, passioni forti, scene di combattimento e di guerra, rumore, morti, feriti, il campo di battaglia, l’incidente d’auto – questo è il mondo di Marte”.
James Hillman
Gli uomini appartenenti a un livello primitivo temono i maghi, al
livello moderno noi osserviamo spaventati i microbi. Essi credono agli
spiriti, noi alle vitamine. Prima gli uomini erano posseduti dal
demonio, adesso sono posseduti dalle idee.
Carl Gustav Jung, 'Psicologia e religione'
Anima entra solo attraverso i sintomi, con fenomeni emarginati, come
l'immaginazione degli artisti o dell'alchimia o dei "primitivi", o
naturalmente, travestiti da psicopatologia.
Questo è ciò che Jung intendeva quando diceva che gli dèi sono
diventati malattie: l'unico modo per tornare per loro in un mondo
cristiano è tramite gli emarginati e i reietti.
James Hillman
Sì ogni disturbo è legato ad una dis-armonia e per certi versi
ad una negazione di un Dio...Jung diceva:
«Gli Dei sono diventati malattie»...
ad una negazione di un Dio...Jung diceva:
«Gli Dei sono diventati malattie»...
Eldo Stellucci
Gli dèi che abbiamo rimosso dalla nostra consapevolezza nell'inconscio, sono diventati sintomi.
Carl Gustav Jung
“In principio, Jung ha detto che gli dèi scacciati dalle nostre religioni tornano nelle nostre malattie, nei nostri sintomi. Prendiamo uno degli dèi antichi, Ares-Marte. Quando accendiamo la Tv, è come se entrassimo in un tempio di Marte, con i suoi altari! Vediamo esplosioni, automobili che corrono a velocità spaventosamente alte, persone che fuggono, colluttazioni, sparatorie: l’intero moto della televisione è in se stesso velocissimo, perfino nella Tv dei ragazzi e nei cartoni animati. Il sabato mattina in America alla Tv c’è un cartone dopo l’altro, zzzzzz!, zzzzz!, bang!, tutti schizzano a una velocità tremenda. E questo è il dio Marte, la cui retorica è velocità, rapidità, guizzo. Esplosioni, incendi, violenza, pistole, coltelli, passioni forti, scene di combattimento e di guerra, rumore, morti, feriti, il campo di battaglia, l’incidente d’auto – questo è il mondo di Marte”.
James Hillman
Le religioni sono sistemi di guarigione per i mali della psiche, dal che
deriva il naturale corollario che: CHI E' SPIRITUALMENTE SANO NON HA
BISOGNO DI RELIGIONI.
Carl Gustav Jung
Le immaginazioni esistono e possono essere reali, perniciose e
pericolose come condizioni fisiche. Io giungo a credere che i disturbi
psichici siano ben più pericolosi delle epidemie e dei terremoti.
Carl Gustav Jung
In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto
Carl Gustav Jung
Chiunque avanzi sul cammino dall'autorealizzazione deve inevitabilmente riportare
alla coscienza i contenuti del suo inconscio personale, allargando in
tal modo in grande misura il campo della sua personalità.
Carl Gustav Jung (La psicologia dell'inconscio)
Carl Gustav Jung (La psicologia dell'inconscio)
Tutti i ricordi rimasti vivi in me riguardano esperienze emotive.
Ogni fatto esterno è contingente, e solo gli eventi interiori risultano essenziali e decisivi.
Carl Gustav Jung
Fino a quando non farai diventare conscio l'inconscio, esso dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai fato.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
Abbiamo bisogno di capire meglio la natura umana,
perché l’unico vero pericolo esistente è l’uomo stesso
perché l’unico vero pericolo esistente è l’uomo stesso
Carl Gustav Jung
Non credere mai a tutto quello che ti racconti
Carl Gustav Jung
Dentro ciascuno di noi c'è un'altra persona che non conosciamo.
Ci parla dei sogni e ci dice quanto ci vede diversi da come noi ci vediamo. Quando ci troviamo in una situazione che appare insolubile, questo straniero che vive in noi può a volte mostrarci la via più di qualsiasi altra adatta a cambiare alla radice il nostro atteggiamento; proprio quell'atteggiamento che ci aveva condotto in quella situazione difficile.
Ci parla dei sogni e ci dice quanto ci vede diversi da come noi ci vediamo. Quando ci troviamo in una situazione che appare insolubile, questo straniero che vive in noi può a volte mostrarci la via più di qualsiasi altra adatta a cambiare alla radice il nostro atteggiamento; proprio quell'atteggiamento che ci aveva condotto in quella situazione difficile.
Carl Gustav Jung
Il problema è: che fare quando si è in un vicolo cieco, in una situazione impossibile? Allora il sogno dice: nel calderone le cose sono cotte insieme, e da cose estranee l'una all'altra, da cose inconciliabili, nasce qualcosa di nuovo. Questo, naturalmente, è la risposta al paradosso, all'impossibile vicolo cieco".
C.G.Jung, Analisi dei sogni. Seminario tenuto nel 1928-30, p.342
Non essendo l'inconscio solamente un riflesso reattivo ma un'attività
autonoma, produttiva, il suo campo d'esperienza è un mondo proprio, una
realtà propria, di cui possiamo dire che agisce su di noi come noi
agiamo su di essa, come lo diciamo del campo d'esperienza del mondo
esteriore.
Carl Gustav Jung
Quando analizziamo la persona le strappiamo la maschera e scopriamo che quello che sembrava individuale, alla base è collettivo.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
Taluni individui, dotati di un intuito particolarmente vigile, diventano
consapevoli dei mutamenti che si stanno verificando e li traducono in
idee comunicabili. Queste idee si diffondono rapidamente perché, nel
contempo, nell'inconscio degli altri individui sono in atto modificazioni parallele.
Carl Gustav Jung
«Dovunque il processo di civilizzazione sta progredendo», dice Jung, «sia in singoli individui sia in gruppi di individui, si verificano DISTACCHI DA CREDENZE COLLETTIVE. OGNI PROGRESSO CULTURALE È PSICOLOGICAMENTE UN AMPLIAMENTO DELLA COSCIENZA, una presa di coscienza, che non può attuarsi se non mediante una distinzione. UN
PROGRESSO QUINDI COMINCIA SEMPRE CON L'INDIVIDUAZIONE. In tal caso un
singolo individuo, cosciente del suo isolamento, imbocca una nuova
strada passando per luoghi fino a quel momento mai percorsi.
Nel far ciò deve anzitutto riflettere sulla sua realtà fondamentale,
prescindendo da ogni autorità o da ogni tradizione e FAR DIVENTARE
COSCIENTE LA SUA DIVERSITÀ. Se egli riesce a DARE VALIDITÀ COLLETTIVA
ALLA SUA COSCIENZA AMPLIATA, fornisce mediante la tensione dei contrari
quell'impulso di cui la civiltà ha bisogno per i suoi progetti
ulteriori».
Silvia Montefoschi, Carl Gustav Jung: un pensiero in divenire
Cit. di Carl Gustav Jung Energetica psichica, in: Opere, vol.8, Boringhieri, Torino 1976, p.69
Ciò che noi dal nostro punto di vista chiamiamo colonizzazione, missioni per la conversione dei pagani, diffusione della civiltà e
via dicendo, ha anche un'altra faccia, la faccia di un uccello da
preda, crudelmente intento a spiare una preda lontana, una faccia degna
di una razza di pirati e di predoni. Tutte
le aquile e le altre fiere che adornano i nostri stemmi mi parvero gli
adatti rappresentanti psicologici della nostra vera natura.
Carl Gustav Jung - Ricordi, sogni, riflessioni
L’Uno non ci può bastare perché è presente in noi anche l’Altro.
Se ci accontentassimo dell’Uno, l’Altro soffrirebbe e ci affliggerebbe con la sua fame.
Ma noi fraintendiamo questa fame e crediamo ancora di essere affamati
dell’Uno, e così insistiamo ancor più nel nostro tendere verso l’Uno. In
questo modo però induciamo l’Altro in noi ad avanzare ancora più
vigorosamente le proprie richieste. Se allora siamo disponibili a
riconoscere la richiesta dell’Altro in noi, possiamo passare nel nostro
Altro per appagarlo. Ma possiamo approdare all’Altro solo perché siamo
diventati consapevoli della sua esistenza. Se però il nostro accecamento
dovuto all’Uno è forte, ci allontaniamo ancor più dall’Altro e in noi
si apre un disastroso abisso tra l’Uno e l’Altro. (…) Questo è
patologico, ma di situazioni di tal genere ne puoi vedere in quantità.
Carl Gustav Jung
Distinguo quindi fra fra l'Io e il Sé, in quanto l'IO È SOLO IL SOGGETTO
DELLA MIA COSCIENZA, MENTRE IL SÉ È IL SOGGETTO DELLA MIA PSICHE
TOTALE, QUINDI ANCHE QUELLA INCONSCIA [...]. Nelle fantasie inconsce il
Sé appare spesso come una personalità di grado superiore o ideale: così
Faust in Goethe e Zarathustra in Nietzsche.
Carl Gustav Jung. Tipi psicologici
Carl Gustav Jung. Tipi psicologici
Di solito le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con
gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza.
Carl Gustav Jung
"Ebbene, andate a dormire. Pensate al vostro problema. Vedete che sogni fate. Forse il Grande Uomo, l'uomo che ha due milioni di anni, parlerà. [...] La via è ineffabile. Non possiamo, non dobbiamo tradirla. È come la via dello Zen: affilata come un coltello, ma anche tortuosa come un serpente. Occorrono fede, coraggio, e sincerità e pazienza infinite. [...] Ma se vi rapportate all'inconscio in modo intellettuale, siete perduti. L'inconscio non è un'opinione, non è un'ipotesi. È una Presenza. Un fatto. C'è. Succede." Carl Gustav Jung
Non possiamo pretendere di capire il mondo solo con l'intelletto.
L’elaborazione intellettuale ci spiega solo una parte molto limitata della verità.
Carl Gustav Jung
Il razionalismo e il dottrinarismo sono malattie del nostro tempo:
Carl Gustav Jung
Fino a quando non rendiamo cosciente l'inconscio, esso guiderà la nostra vita e noi lo chiameremo fato.
Carl Gustav Jung"Ebbene, andate a dormire. Pensate al vostro problema. Vedete che sogni fate. Forse il Grande Uomo, l'uomo che ha due milioni di anni, parlerà. [...] La via è ineffabile. Non possiamo, non dobbiamo tradirla. È come la via dello Zen: affilata come un coltello, ma anche tortuosa come un serpente. Occorrono fede, coraggio, e sincerità e pazienza infinite. [...] Ma se vi rapportate all'inconscio in modo intellettuale, siete perduti. L'inconscio non è un'opinione, non è un'ipotesi. È una Presenza. Un fatto. C'è. Succede." Carl Gustav Jung
Non possiamo pretendere di capire il mondo solo con l'intelletto.
L’elaborazione intellettuale ci spiega solo una parte molto limitata della verità.
Carl Gustav Jung
Il razionalismo e il dottrinarismo sono malattie del nostro tempo:
pretendono di sapere tutto.
Invece ancora molto sarà scoperto di ciò che oggi, dal nostro limitato
punto di vista, riterremmo impossibile. I nostri concetti di spazio e
tempo hanno solo validità approssimativa, e lasciano perciò vasto campo a
discordanze relative o assolute. Noi viviamo ben oltre i confini della
nostra coscienza; la vita dell'inconscio procede con noi, senza che ne
siamo consapevoli. Quanto più domina la ragione critica, tanto più la vita si impoverisce;
quanto più dell'inconscio e del mito siamo capaci di portare alla
coscienza, tanto più rendiamo completa la nostra vita. L'uomo deve
sentire che vive in un mondo che, per certi aspetti, è misterioso; che
in esso avvengono e si sperimentano cose che restano inesplicabili.
L'inatteso e l'inaudito appartengono a questo mondo. Solo allora la vita
è completa. Per quanto ci è dato conoscere, l'unico significato dell'esistenza umana è di accendere una luce nelle tenebre del puro essere.
Carl Gustav Jung
Il nostro atteggiamento razionalistico ci porta a credere di poter
operare meraviglie con organizzazioni internazionali, legislazioni e
altri sistemi ben congegnati. Ma in realtà solo
un cambiamento dell'atteggiamento individuale potrà portare con sé un
rinnovamento dello spirito delle nazioni. Tutto comincia con l'individuo.
Carl Gustav Jung
Una menzogna non avrebbe senso se a qualcuno la verità non sembrasse pericolosa
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all'imitazione
Carl Gustav Jung. La struttura dell'inconscio
Quando vi ritrovate con le spalle al muro, rimanete immobili e mettete le radici come gli alberi, finchè da una fonte più profonda non arriva la chiarezza che vi permette di vedere oltre quel muro.
Carl Gustav Jung
Nel mondo interiore non puoi eliminare nulla con le tue spiegazioni, così come non potresti far sparire il mare nel mondo esterno. Devi comprendere una buona volta quale sia l'intento delle tue spiegazioni: il tentativo di cercare protezione. Accettai il caos, e la notte seguente l'anima mia mi visitò.
Quando vi ritrovate con le spalle al muro, rimanete immobili e mettete le radici come gli alberi, finchè da una fonte più profonda non arriva la chiarezza che vi permette di vedere oltre quel muro.
Carl Gustav Jung
Nel mondo interiore non puoi eliminare nulla con le tue spiegazioni, così come non potresti far sparire il mare nel mondo esterno. Devi comprendere una buona volta quale sia l'intento delle tue spiegazioni: il tentativo di cercare protezione. Accettai il caos, e la notte seguente l'anima mia mi visitò.
Carl Gustav Jung, Libro Rosso, p.197
Noi non possiamo cambiare nulla finché non lo accettiamo.
Il rifiuto opprime, non libera.
Carl Gustav Jung
Come vorrai diventare nuovo se prima non sei diventato cenere?
Nietzsche
La vita si ricompone dai frantumi
Carl Gustav Jung. Simboli della Trasformazione, Edizioni Bollati Boringhieri, p.350
L'uomo farebbe qualsiasi cosa pur di sfuggire alla propria anima.
Carl Gustav Jung
La psiche inconscia ha questo di caratteristico:
che basta a se stessa e non conosce rispetti umani.
Ciò che è caduto una volta nell'inconscio vi viene trattenuto,
ne soffra o non ne soffra la coscienza.
Carl Gustav Jung
Noi non possiamo cambiare nulla finché non lo accettiamo.
Il rifiuto opprime, non libera.
Carl Gustav Jung
Quello che neghi ti sottomette, tutto quello che accetti ti trasforma.
Conoscere le nostre paure è il miglior modo per occuparsi delle paure degli altri.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
Un uomo che non è passato attraverso l'inferno delle sue passioni non le ha superate.
Carl Gustav Jung
Chi evita l'errore elude la vitaCarl Gustav Jung
L'inconscio è, in primo luogo e prima di ogni altra cosa, il mondo del passato,
riattivato dalla limitatezza dell'atteggiamento cosciente
Carl Gustav Jung
Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino
Carl Gustav Jung
Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è.
Carl Gustav Jung
I sogni dei bambini piccoli, invece, sono talvolta molto chiari e talaltra molto difficili; più i bambini sono inconsci, più sono sotto l’influenza dell’inconscio collettivo o possono assorbire i problemi inconsci dei genitori. Ho avuto grande difficoltà con un paziente che non sognava mai, ma un giorno menzionò i sogni del suo bambino di nove anni. Immediatamente gli chiesi di raccontarmeli. Il bambino sognava i problemi del padre, e io analizzai il padre tramite i sogni del bambino,un bambino insolitamente intuitivo. Dopo quattro settimane il padre cominciò ad avere i propri sogni, e i sogni del bambino smisero di avere a che fare con i problemi del padre. Questi collegamenti tra bambini e genitori sono assolutamente sorprendenti; i sogni dei bambini appartengono ai fenomeni più interessanti della psicologia analitica.
Carl Gustav Jung
riattivato dalla limitatezza dell'atteggiamento cosciente
Carl Gustav Jung
Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino
Carl Gustav Jung
Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è.
Carl Gustav Jung
I sogni dei bambini piccoli, invece, sono talvolta molto chiari e talaltra molto difficili; più i bambini sono inconsci, più sono sotto l’influenza dell’inconscio collettivo o possono assorbire i problemi inconsci dei genitori. Ho avuto grande difficoltà con un paziente che non sognava mai, ma un giorno menzionò i sogni del suo bambino di nove anni. Immediatamente gli chiesi di raccontarmeli. Il bambino sognava i problemi del padre, e io analizzai il padre tramite i sogni del bambino,un bambino insolitamente intuitivo. Dopo quattro settimane il padre cominciò ad avere i propri sogni, e i sogni del bambino smisero di avere a che fare con i problemi del padre. Questi collegamenti tra bambini e genitori sono assolutamente sorprendenti; i sogni dei bambini appartengono ai fenomeni più interessanti della psicologia analitica.
Carl Gustav Jung
Come l'individuo non è assolutamente un essere unico e separato dagli
altri, ma è anche un essere sociale, così la psiche umana non è un
fenomeno chiuso in sé e meramente individuale, ma è anche un fenomeno
collettivo.
Carl Gustav Jung
Come oltre l'individuo esiste una società, così oltre la nostra psiche personale esiste una psiche collettiva, l'inconscio collettivo, che cela parimenti in sé grandi attrattive.
Carl Gustv Jung
La coscienza dell'Io sembra essere dipendente da due fattori: primo, dalle condizioni della coscienza collettiva o sociale, secondo dalle dominanti dell'inconscio collettivo o archetipi. Questi ultimi si scindono, dal punto di vista fenomenologico, in due categorie: da un lato nella sfera pulsionale e dall'altro nella sfera archetipica. La prima rappresenta gli impulsi naturali, la seconda quelle dominanti che entrano nella coscienza come idee universali.
Tra la coscienza collettiva e l'inconscio collettivo c'è un contrasto quasi insuperabile, nel quale il soggetto si vede incuneato.
Carl Gustav Jung, Lo spirito della psicologia.
Si trova in: «Questa è la mia filosofia» opera collettiva a cura di W. Burnett, Bompiani
Come oltre l'individuo esiste una società, così oltre la nostra psiche personale esiste una psiche collettiva, l'inconscio collettivo, che cela parimenti in sé grandi attrattive.
Carl Gustv Jung
La coscienza dell'Io sembra essere dipendente da due fattori: primo, dalle condizioni della coscienza collettiva o sociale, secondo dalle dominanti dell'inconscio collettivo o archetipi. Questi ultimi si scindono, dal punto di vista fenomenologico, in due categorie: da un lato nella sfera pulsionale e dall'altro nella sfera archetipica. La prima rappresenta gli impulsi naturali, la seconda quelle dominanti che entrano nella coscienza come idee universali.
Tra la coscienza collettiva e l'inconscio collettivo c'è un contrasto quasi insuperabile, nel quale il soggetto si vede incuneato.
Carl Gustav Jung, Lo spirito della psicologia.
Si trova in: «Questa è la mia filosofia» opera collettiva a cura di W. Burnett, Bompiani
Se l’anima umana è qualcosa, allora è una cosa infinitamente complessa e
di tale sconfinata molteplicità che è impossibile accedervi con la
semplice psicologia dell’istinto. Posso soltanto fermarmi a contemplare
con profonda ammirazione e reverenza gli abissi e le altezze della
nostra psiche, il cui mondo aspaziale cela una smisurata ricchezza di immagini, accumulate e condensate organicamente in milioni di anni di vivente sviluppo.
La mia coscienza è come un occhio che accoglie in sé gli spazi più
remoti, ma il non-io psichico è ciò che riempie aspazialmente questo
spazio. E queste immagini non sono pallide ombre, ma determinazioni
psichiche di straordinaria potenza, che possiamo fraintendere ma non mai
spogliare della loro potenza negandole. Accanto a questa impressione non potrei mettere che la vista del cielo notturno stellato;
ché il solo equivalente del mondo interno è il mondo esterno, e come
raggiungo questo mondo attraverso il medium del corpo, così raggiungo
quel mondo attraverso il medium dell’aníma.
Carl Gustav Jung
Se siamo ancora prigionieri dell'antica idea di un'antitesi fra mente e materia,
ci troviamo di fronte ad un'intollerabile contraddizione che può anche
alienarci da noi stessi. Ma se possiamo riconciliarci con la misteriosa
verità che lo spirito è il corpo vivente
visto dall'interno, e il corpo la manifestazione esteriore dello
spirito vivente - e corpo e spirito sono in realtà un tutto unico -
allora possiamo capire perché il tentativo di trascendere l'attuale
livello di coscienza deve tributare al corpo la dovuta considerazione
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
Senza necessità non muta nulla, men che meno la personalità dell'uomo, che è tremendamente conservatrice, per non dire inerte.
Soltanto la più ferrea necessità riesce a scuoterla.
Carl Gustav Jung
Quanto più si è sviluppata la conoscenza scientifica, tanto più il mondo si è disumanizzato: l’uomo si sente isolato nel cosmo, poiché non è più inserito nella natura e ha perduto la sua “identità inconscia” emotiva con i fenomeni naturali. Questi, a loro volta, hanno perduto a poco a poco le loro implicazioni simboliche […] Nessuna voce giunge più all’uomo da pietre, piante o animali, né l’uomo si rivolge a essi sicuro di venire ascoltato. Il suo contatto con la natura è perduto, e con esso è venuta meno quella profonda energia emotiva che questo contatto simbolico sprigionava.
Carl Gustav Jung. L’uomo e i suoi simboli
La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore.
Chi guarda all'esterno sogna, chi guarda all'interno apre gli occhi.
Carl Gustav Jung
"Cominci a presagire la totalità quando abbracci il tuo principio opposto, poiché la totalità poggia su due principi opposti che crescono da un'unica radice. Il giorno non esiste di per sé, e neppure la notte esiste di per sé. La realtà, che esiste di per sé, è insieme giorno e notte. Dunque la realtà è insieme senso e controsenso. Tutto confluisce insieme, il sacro e il peccaminoso, il caldo e il freddo. La pazzia e la ragione vogliono convolare a nozze. Tutto è si e no. Gli opposti si abbracciano, si guardano con aria di intesa e si scambiano l'uno con l'altro. Con straziante diletto, riconoscono di essere uniti. La natura è giocosa e terrifica. Gli uni ne scorgono il lato giocoso, si trastullano con quello e lo fanno sfavillare. Gli altri scorgono l'orrore, si coprono il capo e sono più morti che vivi. La via non passa in mezzo a questi due estremi, bensì li contiene entrambi. È gioco divertente e al tempo stesso freddo orrore."
Carl Gustav Jung
Chi guarda all'esterno sogna, chi guarda all'interno apre gli occhi.
Carl Gustav Jung
Io vegliavo sempre .. a far sfociare l'interpretazione dell'immagine in
una domanda la cui risposta restasse abbandonata alla libera attività
immaginativa del paziente.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi.
Carl Gustav Jung
Non vi è nulla di più difficile da tollerare che se stessi.
Carl Gustav Jung
Non vi è nulla di più difficile da tollerare che se stessi.
Carl Gustav Jung
La morale non è stata portata giù dal Sinai sotto forma di tavole e
imposta agli uomini, bensì la morale è una funzione dell'anima umana,
che è vecchia quanto l'umanità. La morale non viene imposta dall'esterno, ma esiste a priori dentro di noi: non la legge, ma l'essenza morale.
Carl Gustav Jung, "La psicologia dell'inconscio"
Ma, nello studiare la filosofia delle Upanishad, in noi cresce
l'impressione che il completamento di questo percorso non è proprio il
più semplice dei compiti. La nostra arroganza occidentale verso queste
intuizioni del pensiero indiano è un segno della nostra barbara natura,
che non ha il più remoto sentore della sua straordinaria profondità e
sorprendente accuratezza psicologica. Siamo
ancora così ignoranti che abbiamo effettivamente bisogno di leggi
dall'esterno, e di una tavola della legge o di un Padre sopra, per mostrarci ciò che è buono e ciò che è giusto fare.
E dato che siamo ancora barbari, qualsiasi fiducia nella natura umana
ci sembra un naturalismo pericoloso e immorale. Perché questo? Perché
sotto la sottile patina della cultura barbara, la belva selvaggia è
pronta all'agguato, giustificando ampiamente la sua paura.
Carl Gustav Jung
Sebbene noi esseri umani abbiamo una vita personale, tuttavia siamo in
gran parte rappresentanti, vittime e promotori di uno spirito collettivo
i cui anni si contano a secoli,
Carl Gustav Jung, Sogni, ricordi, riflessioni, p. 125
«Il pericolo più terribile che l’uomo deve affrontare è la potenza delle
sue idee. NESSUNA FORZA COSMICA ABBATTUTASI SULLA TERRA HA MAI
DISTRUTTO DIECI MILIONI DI UOMINI IN QUATTRO ANNI: LA PSICHE DELL’UOMO
SÌ. E può farlo di nuovo. Di una cosa sola ho paura: dei pensieri della
gente. Contro le cose materiali ho i miei sistemi di difesa. [...] Siamo
tutti suscettibili al contagio di massa. [...] I deliri di massa sono
il rigurgito di forze biologiche e spirituali dalle profondità della
psiche.»
Carl Gustav Jung
Tra i cosiddetti nevrotici dei nostri tempi ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati, non sarebbero stati cioè in discordia con se stessi.
Se fossero vissuti in un'epoca e in un ambiente nel quale l'uomo ancora dipendeva, grazie ai miti, dal mondo ancestrale, e quindi dalla natura sperimentata realmente e non vista solo dall'esterno, si sarebbero risparmiata questa frattura con se stessi. Parlo di coloro che non possono tollerare la perdita del mito, che non riescono a trovare la via di accesso verso un mondo soltanto esteriore, un mondo com'è visto dalla scienza, e non si soddisfano con intellettualistici giochetti di parole, che non hanno nulla a che vedere con la saggezza.
Se fossero vissuti in un'epoca e in un ambiente nel quale l'uomo ancora dipendeva, grazie ai miti, dal mondo ancestrale, e quindi dalla natura sperimentata realmente e non vista solo dall'esterno, si sarebbero risparmiata questa frattura con se stessi. Parlo di coloro che non possono tollerare la perdita del mito, che non riescono a trovare la via di accesso verso un mondo soltanto esteriore, un mondo com'è visto dalla scienza, e non si soddisfano con intellettualistici giochetti di parole, che non hanno nulla a che vedere con la saggezza.
Carl Gustav Jung
''E' un tratto sconvolgente della vita umana che ciò che causa la massima
paura sia la fonte della massima saggezza.
La massima stupidità è la pietra da guado più importante.
Nessuno può diventare un saggio senza essere un terribile stupido.
Con l'Eros si impara la verità, con i peccati si impara la virtù.
Meister Eckhart dice che non ci si dovrebbe pensare troppo, che il valore del peccato è grandissimo.
Anatole France dice in 'Thais' che soltanto un grande peccatore può diventare un grande santo,che non ci può essere l'uno senza l'altro.
Come può l'uomo affrontare questo terribile paradosso?
Non può dire:
«Commetterò un peccato e poi sarò santo» o «Sarò stupido per diventare saggio».
Il problema è: che fare quando si è in un vicolo cieco, in una situazione impossibile?
Allora il sogno dice: nel calderone le cose sono cotte insieme, e da cose estranee l'una all'altra, da cose inconciliabili, nasce qualcosa di nuovo.
Questo, naturalmente, è la risposta al paradosso, all'impossibile vicolo cieco".
La massima stupidità è la pietra da guado più importante.
Nessuno può diventare un saggio senza essere un terribile stupido.
Con l'Eros si impara la verità, con i peccati si impara la virtù.
Meister Eckhart dice che non ci si dovrebbe pensare troppo, che il valore del peccato è grandissimo.
Anatole France dice in 'Thais' che soltanto un grande peccatore può diventare un grande santo,che non ci può essere l'uno senza l'altro.
Come può l'uomo affrontare questo terribile paradosso?
Non può dire:
«Commetterò un peccato e poi sarò santo» o «Sarò stupido per diventare saggio».
Il problema è: che fare quando si è in un vicolo cieco, in una situazione impossibile?
Allora il sogno dice: nel calderone le cose sono cotte insieme, e da cose estranee l'una all'altra, da cose inconciliabili, nasce qualcosa di nuovo.
Questo, naturalmente, è la risposta al paradosso, all'impossibile vicolo cieco".
C.G.Jung, Analisi dei sogni. Seminario tenuto nel 1928-30, p.342
Se è il dolore che abita il mondo,
se è la sofferenza, come possiamo immaginare il nostro procedere oltre
in vista di un cambiamento, di un miglioramento, senza assumere questo
peso sino a farcene compagni, senza volgerci a noi stessi?
Se non mentissimo a noi stessi, potremmo accorgerci che è proprio la
conoscenza di sé ad accompagnarci di momento in momento nel corso della
nostra vita, di compito in compito, chiedendoci ogni volta di andare
oltre, sino a divenire sempre più indispensabile per la continuazione di
questa stessa vita nella vecchiaia."(Carl Gustav Jung, Opere, vol.8)
Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino.
Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino.
Carl Gustav Jung
In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto
Carl Gustav Jung
Non si diventa illuminati immaginando scenari luminosi, ma portando alla luce le proprie oscurità interiori.
Carl Gustav Jung
In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto
Carl Gustav Jung
Non si diventa illuminati immaginando scenari luminosi, ma portando alla luce le proprie oscurità interiori.
Carl Gustav Jung
"Cominci a presagire la totalità quando abbracci il tuo principio opposto, poiché la totalità poggia su due principi opposti che crescono da un'unica radice. Il giorno non esiste di per sé, e neppure la notte esiste di per sé. La realtà, che esiste di per sé, è insieme giorno e notte. Dunque la realtà è insieme senso e controsenso. Tutto confluisce insieme, il sacro e il peccaminoso, il caldo e il freddo. La pazzia e la ragione vogliono convolare a nozze. Tutto è si e no. Gli opposti si abbracciano, si guardano con aria di intesa e si scambiano l'uno con l'altro. Con straziante diletto, riconoscono di essere uniti. La natura è giocosa e terrifica. Gli uni ne scorgono il lato giocoso, si trastullano con quello e lo fanno sfavillare. Gli altri scorgono l'orrore, si coprono il capo e sono più morti che vivi. La via non passa in mezzo a questi due estremi, bensì li contiene entrambi. È gioco divertente e al tempo stesso freddo orrore."
Carl Gustav Jung
L’esistenza della sinistra non contraddice quella della destra. In ogni persona esse coesistono.
La sinistra è il riflesso della destra. Sempre, quando la sento in questo modo, come un riflesso, mi sento in pace con me stesso. Non esistono una parte destra e una parte sinistra della società umana, esistono però persone simmetriche e persone venute su storte. Le storte sono quelle che non possono realizzare che una parte sola: la sinistra o la destra . esse sono ancora ad uno stadio infantile.
La sinistra è il riflesso della destra. Sempre, quando la sento in questo modo, come un riflesso, mi sento in pace con me stesso. Non esistono una parte destra e una parte sinistra della società umana, esistono però persone simmetriche e persone venute su storte. Le storte sono quelle che non possono realizzare che una parte sola: la sinistra o la destra . esse sono ancora ad uno stadio infantile.
Carl Gustav Jung, Psicologia e Alchimia, 26° sogno di un paziente
I Ching.
"Per capire in generale di che cosa tratti un simile libro è imperativo buttare a mare certi pregiudizi della mentalità occidentale. E’ curioso che un popolo dotato e intelligente come i cinesi non abbia mai prodotto ciò che noi chiamiamo “scienza”. La nostra “scienza”, però, si basa sul principio di causalità, e la causalità è considerata verità assiomatica. Ma un grande cambiamento è ormai avviato. Gli assiomi della causalità sono scossi nelle loro fondamenta: ora sappiamo che quello che noi chiamiamo leggi di natura non sono altro che verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Non abbiamo tenuto abbastanza conto del fatto che, per dimostrare la validità invariabile delle leggi di natura, abbiamo bisogno del laboratorio con le sue incisive restrizioni. Se lasciamo che la natura faccia da sè, vediamo un quadro ben differente: ogni processo subisce interferenze parziali o totali ad opera del caso, e in misura tale che in circostanze naturali un corso di eventi che si conformi in tutto e per tutto a leggi specifiche rappresenta quasi un’eccezione".
Carl Gustav Jung, brano tratto dalla prefazionea I Ching
Se non usciamo dalla categoria della causalità rischiamo di non capire nulla .
Siamo precipitati nella fiumana di un processo che ci proietta verso il futuro con una violenza tanto maggiore quanto più ci strappa alle nostre radici. È proprio la perdita di questo legame, la mancanza di ogni radice, che genera il "disagio della civiltà". Ci precipitiamo sfrenatamente verso il nuovo, spinti da un crescente senso di insufficienza, di insoddisfazione, di irrequietezza. Non viviamo più di ciò che possediamo, ma di promesse, non viviamo più nella luce del presente, ma nell'oscurità del futuro in cui attendiamo la vera aurora. Ci rifiutiamo di riconoscere che il meglio si può ottenere solo al prezzo del peggio. La speranza di una libertà più grande è distrutta dalla crescente schiavitù allo Stato, per non parlare degli spaventosi pericoli ai quali ci espongono le più brillanti scoperte della scienza. I miglioramenti che si realizzano col progresso, e cioè con nuovi metodi o dispositivi, hanno una forza di persuasione immediata, ma col tempo si rivelano di dubbio esito e in ogni caso sono pagati a caro prezzo. In nessun modo contribuiscono ad accrescere l'appagamento, la contentezza, o la felicità dell'umanità nel suo insieme. Per lo più sono addolcimenti fallaci dell'esistenza, come le comunicazioni più veloci che accelerano il ritmo della vita e ci lasciano con meno tempo a disposizione di quanto non ne avessimo prima. Quanto meno capiamo che cosa cercavano i nostri padri e i nostri antenati, tanto meno capiamo noi stessi, e ci adoperiamo con tutte le nostre forze per privare sempre più l'individuo dalle sue radici e dei suoi istinti, così che diventa una particella della massa.
Quanto più si è sviluppata la conoscenza scientifica, tanto più il mondo si è disumanizzato:
l’uomo si sente isolato nel cosmo, poiché non è più inserito nella
natura e ha perduto la sua “identità inconscia” emotiva con i fenomeni
naturali. Questi, a loro volta, hanno perduto a poco a poco le loro
implicazioni simboliche […] Nessuna voce giunge più all’uomo da pietre,
piante o animali, né l’uomo si rivolge a essi sicuro di venire
ascoltato. Il suo contatto con la natura è perduto, e con esso è venuta
meno quella profonda energia emotiva che questo contatto simbolico
sprigionava.
Carl Gustav Jung. L’uomo e i suoi simboli.
I Ching.
"Per capire in generale di che cosa tratti un simile libro è imperativo buttare a mare certi pregiudizi della mentalità occidentale. E’ curioso che un popolo dotato e intelligente come i cinesi non abbia mai prodotto ciò che noi chiamiamo “scienza”. La nostra “scienza”, però, si basa sul principio di causalità, e la causalità è considerata verità assiomatica. Ma un grande cambiamento è ormai avviato. Gli assiomi della causalità sono scossi nelle loro fondamenta: ora sappiamo che quello che noi chiamiamo leggi di natura non sono altro che verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Non abbiamo tenuto abbastanza conto del fatto che, per dimostrare la validità invariabile delle leggi di natura, abbiamo bisogno del laboratorio con le sue incisive restrizioni. Se lasciamo che la natura faccia da sè, vediamo un quadro ben differente: ogni processo subisce interferenze parziali o totali ad opera del caso, e in misura tale che in circostanze naturali un corso di eventi che si conformi in tutto e per tutto a leggi specifiche rappresenta quasi un’eccezione".
Carl Gustav Jung, brano tratto dalla prefazionea I Ching
Se non usciamo dalla categoria della causalità rischiamo di non capire nulla .
Siamo precipitati nella fiumana di un processo che ci proietta verso il futuro con una violenza tanto maggiore quanto più ci strappa alle nostre radici. È proprio la perdita di questo legame, la mancanza di ogni radice, che genera il "disagio della civiltà". Ci precipitiamo sfrenatamente verso il nuovo, spinti da un crescente senso di insufficienza, di insoddisfazione, di irrequietezza. Non viviamo più di ciò che possediamo, ma di promesse, non viviamo più nella luce del presente, ma nell'oscurità del futuro in cui attendiamo la vera aurora. Ci rifiutiamo di riconoscere che il meglio si può ottenere solo al prezzo del peggio. La speranza di una libertà più grande è distrutta dalla crescente schiavitù allo Stato, per non parlare degli spaventosi pericoli ai quali ci espongono le più brillanti scoperte della scienza. I miglioramenti che si realizzano col progresso, e cioè con nuovi metodi o dispositivi, hanno una forza di persuasione immediata, ma col tempo si rivelano di dubbio esito e in ogni caso sono pagati a caro prezzo. In nessun modo contribuiscono ad accrescere l'appagamento, la contentezza, o la felicità dell'umanità nel suo insieme. Per lo più sono addolcimenti fallaci dell'esistenza, come le comunicazioni più veloci che accelerano il ritmo della vita e ci lasciano con meno tempo a disposizione di quanto non ne avessimo prima. Quanto meno capiamo che cosa cercavano i nostri padri e i nostri antenati, tanto meno capiamo noi stessi, e ci adoperiamo con tutte le nostre forze per privare sempre più l'individuo dalle sue radici e dei suoi istinti, così che diventa una particella della massa.
Carl Gustav Jung. tratto dal "profondo dell.anima"
Jung sostiene
che ogni essere umano desidera sviluppare le sue innate potenzialità e
che a questo scopo l'inconscio e la coscienza devono cooperare.
Se questo processo non si sviluppa in modo armonico, ha luogo una
reazione dell'inconscio che si esprime nei sogni, nelle fantasie e nelle
fiabe, che mostrano appunto profonde affinità presso i popoli di tutto
il mondo. Queste modalità di relazione sono chiamate da Jung archetipi.
Pertanto l'inconscio può esprimersi nell'immagine archetipa del grande
bosco o del mare che l'eroe o l'eroina della fiaba devono attraversare.
Jung interpreta anche i personaggi come figure archetipiche. Se l'eroe,
egli dice, non riesce più ad andare avanti e viene un vecchio in suo
aiuto, il vecchio rappresenta uno degli archetipi dell'anima, del
giudizio, della concentrazione mentale, ossia un modello etico di
comportamento. Per esempio uno di questi archetipi è Yama, il
trasportatore d'anime nelle culture orientali.
Per l’atteggiamento dello spirito moderno riesce difficile concepire come un dio esistente al di fuori di noi provochi il sogno,
o che il sogno, profetico, predica il futuro. Ora, se noi proviamo a
tradurre tutto ciò in linguaggio psicologico, l’antica concezione suona
già molto più chiara e cioè: il sogno proviene da una parte dell’anima a
noi sconosciuta e si occupa della preparazione dell’indomani e dei suoi
avvenimenti. Secondo l’antica credenza , la divinità o il demone parla
nel sonno in linguaggio simbolico e l’interprete deve trovare la
soluzione dell’enigma. Ciò vuol dire, tradotto in linguaggio moderno che
il sogno consiste in una serie di immagini, in apparenza
contraddittorie e assurde. Ma contiene un patrimonio di idee che,
tradotto, ha un chiaro significato.”
Carl Gustav Jung
I CONTENUTI DELL'INCONSCIO assoluto non sono solo RESIDUI DI FUNZIONI
ARCAICHE SPECIFICAMENTE UMANE, bensì anche RESIDUI DI FUNZIONI DEGLI
ANTENATI ANIMALESCHI DELL'UOMO, la cui durata è stata infinitamente
maggiore dell'epoca relativamente breve che riguarda l'esistenza
specificamente umana. Questi RESIDUI, se ATTIVI, sono quanto mai ADATTI
NON SOLO A BLOCCARE IL PROGRESSO DELL'EVOLUZIONE, MA A PORTARE AD UNA
REGRESSIONE, FINCHÉ NON È CONSUMATA LA QUANTITÀ DI ENERGIA CHE
L'INCONSCIO ASSOLUTO HA ATTIVATO.
Carl Gustav Jung
Jung sembra suggerire che l'anima continua a evolversi anche dopo la
morte del corpo. L'anima dei defunti cerca di raggiungere nella morte la
consapevolezza che non ha raggiunto in vita.
Paul Kugler dirà : "Nel corso della sua vita, Jung si trovò ad
affrontare gli spiriti dei morti in molte e differenti forme, dai sogni
dei suoi genitori defunti alle allucinazioni dei pazienti, dai tropi
teoretici della sua metapsicologia alle apparizioni nella sua casa, e
infine, verso la fine della sua vita, ai sogni e alle immagini
fantastiche delle persone amate e degli amici defunti. Con l'invecchiare
cambiò in Jung la qualità del suo senso del tempo, e probabilmente quel
cambiamento esercitò un'influenza significativa sulla sua forma di
pensiero riguardo al ruolo dei morti nella vita psichica".
NON CI SI BADA, MA TUTTI DISPERDIAMO OGNI GIORNO O SOFFOCHIAMO IN NOI IL
RIGOGLIO DI CHI SA QUANTI GERMI DI VITA, possibilità che sono in noi,
obbligati a continue rinunzie, a menzogne, a ipocrisie.....
Luigi Pirandello
''Sono molti i pazienti colti che rifiutano categoricamente di andare dal religioso. Dei filosofi poi non vogliono nemmeno sentir parlare, perché la storia della filosofia li lascia freddi e l’intellettualismo è per loro più arido del deserto. E dove sono i grandi saggi, che non si limitano a parlare del significato della vita e del mondo, ma lo possiedono davvero? Non è assolutamente possibile escogitare sistemi e verità capaci di dare al malato quello di cui ha bisogno per vivere, cioè fede, speranza, amore e conoscenza. Queste quattro massime acquisizioni, meta del desiderio umano, sono altrettante grazie che non si possono né insegnare, né apprendere, né dare né prendere, né trattenere, né meritare perché sono legate a una condizione irrazionale, sottratta all’arbitrio umano, cioè all’esperienza. Ma le esperienze non si possono mai ‘fare’: accadono.
Negli ultimi trent’anni una clientela proveniente da tutti i paesi civili della terra è venuta a consultarmi: mi sono passate per le mani molte centinaia di pazienti. … Fra tutti questi pazienti al di sopra della mezza età, cioè al di sopra dei trentacinque anni, non ce n’è stato uno il cui problema sostanziale non fosse quello del suo atteggiamento religioso. In definitiva tutti si ammalano perché hanno perduto ciò che le religioni vive di tutti i tempi hanno dato ai loro fedeli; e nessuno guarisce veramente se non riesce a raggiungere un atteggiamento religioso. Naturalmente questo non ha nulla a che vedere con la confessione di una fede o l’appartenenza a una chiesa.''
Carl Gustav Jung
''Sono molti i pazienti colti che rifiutano categoricamente di andare dal religioso. Dei filosofi poi non vogliono nemmeno sentir parlare, perché la storia della filosofia li lascia freddi e l’intellettualismo è per loro più arido del deserto. E dove sono i grandi saggi, che non si limitano a parlare del significato della vita e del mondo, ma lo possiedono davvero? Non è assolutamente possibile escogitare sistemi e verità capaci di dare al malato quello di cui ha bisogno per vivere, cioè fede, speranza, amore e conoscenza. Queste quattro massime acquisizioni, meta del desiderio umano, sono altrettante grazie che non si possono né insegnare, né apprendere, né dare né prendere, né trattenere, né meritare perché sono legate a una condizione irrazionale, sottratta all’arbitrio umano, cioè all’esperienza. Ma le esperienze non si possono mai ‘fare’: accadono.
Negli ultimi trent’anni una clientela proveniente da tutti i paesi civili della terra è venuta a consultarmi: mi sono passate per le mani molte centinaia di pazienti. … Fra tutti questi pazienti al di sopra della mezza età, cioè al di sopra dei trentacinque anni, non ce n’è stato uno il cui problema sostanziale non fosse quello del suo atteggiamento religioso. In definitiva tutti si ammalano perché hanno perduto ciò che le religioni vive di tutti i tempi hanno dato ai loro fedeli; e nessuno guarisce veramente se non riesce a raggiungere un atteggiamento religioso. Naturalmente questo non ha nulla a che vedere con la confessione di una fede o l’appartenenza a una chiesa.''
Carl Gustav Jung
Per vedere chiaro l’altro, bisogna imparare a vedere dapprima se stessi e le proprie tenebre.
“Ancora oggi dobbiamo essere estremamente prudenti per non proiettare troppo spudoratamente la nostra ombra; ancora oggi siamo sommersi dalle illusioni proiettate. Un individuo abbastanza coraggioso per ritirare tutte queste proiezioni è un individuo cosciente della propria ombra. un individuo siffatto si è accollato nuovi problemi e nuovi conflitti. Egli è diventato per se stesso un serio problema, poichè egli non è più in grado di dire che gli altri fanno questo o quello, che essi sono in errore e che essi devono venire combattuti. Egli vive nella casa dell’accoglienza del sè, del raccoglimento interiore. Un tale uomo sa che qualunque cosa vada a rovescio nel mondo va a rovescio anche in lui stesso, e che col solo imparare a tener testa alla propria ombra egli ha fatto qualcosa di positivo per il mondo. E’ riuscito a rispondere a una parte infinitesimale dei giganteschi problemi insoluti dei nostri giorni. La difficoltà di questi problemi sta in gran parte nel veleno delle mutue proiezioni. Come è possibile che qualcuno veda chiaro quando non vede nemmeno se stesso, nè quelle tenebre che egli stesso proietta inconsciamente in ogni sua azione?”
Carl Gustav Jung, Storia e psicologia d’un simbolo naturale, Psicologia e religione
"Le manifestazioni terrestri del " mondo di Dio" cominciavano col regno vegetale, che ne era quasi una comunicazione immediata, come se uno avesse spiato il creatore, che -ritenendosi inosservato- stava facendo giocattoli e decorazioni, mentre l'uomo e gli animali veri e propri erano frammenti di Dio diventati indipendenti.''
Carl Gustav Jung: Sogni , ricordi , riflessioni.
"Tu sei un'immagine del mondo infinito, in te dimora ogni ultimo segreto del nascere e del morire. Se non possedessi già tutto questo come potresti riconoscerlo?"
Carl Gustav Jung, Libro rosso, p.230
“Ancora oggi dobbiamo essere estremamente prudenti per non proiettare troppo spudoratamente la nostra ombra; ancora oggi siamo sommersi dalle illusioni proiettate. Un individuo abbastanza coraggioso per ritirare tutte queste proiezioni è un individuo cosciente della propria ombra. un individuo siffatto si è accollato nuovi problemi e nuovi conflitti. Egli è diventato per se stesso un serio problema, poichè egli non è più in grado di dire che gli altri fanno questo o quello, che essi sono in errore e che essi devono venire combattuti. Egli vive nella casa dell’accoglienza del sè, del raccoglimento interiore. Un tale uomo sa che qualunque cosa vada a rovescio nel mondo va a rovescio anche in lui stesso, e che col solo imparare a tener testa alla propria ombra egli ha fatto qualcosa di positivo per il mondo. E’ riuscito a rispondere a una parte infinitesimale dei giganteschi problemi insoluti dei nostri giorni. La difficoltà di questi problemi sta in gran parte nel veleno delle mutue proiezioni. Come è possibile che qualcuno veda chiaro quando non vede nemmeno se stesso, nè quelle tenebre che egli stesso proietta inconsciamente in ogni sua azione?”
Carl Gustav Jung, Storia e psicologia d’un simbolo naturale, Psicologia e religione
"Le manifestazioni terrestri del " mondo di Dio" cominciavano col regno vegetale, che ne era quasi una comunicazione immediata, come se uno avesse spiato il creatore, che -ritenendosi inosservato- stava facendo giocattoli e decorazioni, mentre l'uomo e gli animali veri e propri erano frammenti di Dio diventati indipendenti.''
Carl Gustav Jung: Sogni , ricordi , riflessioni.
"Tu sei un'immagine del mondo infinito, in te dimora ogni ultimo segreto del nascere e del morire. Se non possedessi già tutto questo come potresti riconoscerlo?"
Carl Gustav Jung, Libro rosso, p.230
E' UN PREGIUDIZIO QUASI RIDICOLO NON AMMETTERE ALTRA ESISTENZA
ALL'INFUORI DI QUELLA CORPOREA. IN REALTÀ LA SOLA FORMA DI ESISTENZA DI
CUI ABBIAMO CONOSCENZA IMMEDIATA È QUELLA PSICHICA. Potremmo ben dire,
anzi, che l'esistenza fisica non è che una deduzione, perchè noi
conosciamo la materia solo in quanto percepiamo delle immagini psichiche
trasmesse attraverso i sensi.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
La sofferenza è dovuta ad un ristagno spirituale, ad una sterilità psichica.
Fede, speranza, amore e conoscenza è ciò di cui ha bisogno il paziente per vivere.
Nessuno guarisce veramente se non riesce a raggiungere un atteggiamento religioso.
Carl Gustav Jung
Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi é spiritualmente sano non ha bisogno di religioni
Carl Gustav Jung
Se poniamo un Dio fuori di noi, ci strapperà al nostro Sé, perché il Dio è più forte di noi.
Allora il nostro Sé si troverà in grave difficoltà. Se invece il Dio si insedia nel Sé, ci sottrarrà alla sfera di ciò che è fuori di noi.
Carl Gustav Jung. Liber Novus.
Il Dio appare in molteplici forme. Quando compare, ha in sé qualche aspetto della notte e delle acque notturne in cui é rimasto assopito e in cui ha lottato per rinnovarsi nell'ultima ora della notte. La sua apparizione é perciò contraddittoria e ambigua: anzi, é persino straziante per il cuore e la ragione. Al suo comparire, il Dio mi chiama da destra e da sinistra, da entrambi i lati risuona per me il suo richiamo. Il Dio pero' non vuole né l'Uno né l'Altro, vuole la via di mezzo. Nel mezzo ha inizio il lungo cammino.
Carl Gustav Jung, Libro rosso
Ogni tipo di dipendenza è cattiva, non importa se il narcotico è l'alcol o la morfina o l'idealismo
Carl Gustav Jung
Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi é spiritualmente sano non ha bisogno di religioni
Carl Gustav Jung
Se poniamo un Dio fuori di noi, ci strapperà al nostro Sé, perché il Dio è più forte di noi.
Allora il nostro Sé si troverà in grave difficoltà. Se invece il Dio si insedia nel Sé, ci sottrarrà alla sfera di ciò che è fuori di noi.
Carl Gustav Jung. Liber Novus.
Il Dio appare in molteplici forme. Quando compare, ha in sé qualche aspetto della notte e delle acque notturne in cui é rimasto assopito e in cui ha lottato per rinnovarsi nell'ultima ora della notte. La sua apparizione é perciò contraddittoria e ambigua: anzi, é persino straziante per il cuore e la ragione. Al suo comparire, il Dio mi chiama da destra e da sinistra, da entrambi i lati risuona per me il suo richiamo. Il Dio pero' non vuole né l'Uno né l'Altro, vuole la via di mezzo. Nel mezzo ha inizio il lungo cammino.
Carl Gustav Jung, Libro rosso
Ogni tipo di dipendenza è cattiva, non importa se il narcotico è l'alcol o la morfina o l'idealismo
Carl Gustav Jung
NON DOBBIAMO PIÙ SOGGIACERE A
NULLA, NEMMENO AL BENE. UN COSIDDETTO BENE, AL QUALE SI SOCCOMBE, PERDE
IL CARATTERE ETICO. Non che diventi cattivo in sé, ma è il fatto di
esserne succubi che può avere cattive conseguenze. OGNI FORMA DI INTOSSICAZIONE È UN MALE, NON IMPORTA SE SI TRATTI DI ALCOL O MORFINA O IDEALISMO. DOBBIAMO GUARDARCI DAL CONSIDERARE IL MALE E IL BENE COME DUE OPPOSTI.
Carl Gustav Jung
MA QUANTE COSE DEVONO ACCADERE A UN UOMO PRIMA CHE EGLI SI RENDA CONTO CHE IL SUCCESSO ESTERIORE VISIBILE, CHE SI PUÒ TOCCARE CON MANO, È UNA VIA SBAGLIATA! Quali sofferenze devono colpire gli uomini prima che essi rinuncino a saziare sul prossimo la loro brama di potere e a volere che tocchi sempre all'altro! Quanto sangue deve ancora scorrere prima che agli uomini si aprano gli occhi per vedere la propria personale via e il proprio nemico, finché non si rendano conto di quali siano i loro veri successi! TU DEVI POTER VIVERE CON TE STESSO, NON A SPESE DEL TUO VICINO. L'animale del gregge non è il parassita di suo fratello né il suo tormentatore. O UOMO HAI PERSINO DIMENTICATO CHE ANCHE TU SEI UN ANIMALE. Ma credi ancora che si stia meglio là dove tu non ci sei. Guai a te, se anche il tuo vicino la pensa allo stesso modo. Ma puoi essere sicuro che lo fa. Qualcuno deve pur cominciare a non esser più infantile.
Carl Gustav Jung, Liber Novus
MA QUANTE COSE DEVONO ACCADERE A UN UOMO PRIMA CHE EGLI SI RENDA CONTO CHE IL SUCCESSO ESTERIORE VISIBILE, CHE SI PUÒ TOCCARE CON MANO, È UNA VIA SBAGLIATA! Quali sofferenze devono colpire gli uomini prima che essi rinuncino a saziare sul prossimo la loro brama di potere e a volere che tocchi sempre all'altro! Quanto sangue deve ancora scorrere prima che agli uomini si aprano gli occhi per vedere la propria personale via e il proprio nemico, finché non si rendano conto di quali siano i loro veri successi! TU DEVI POTER VIVERE CON TE STESSO, NON A SPESE DEL TUO VICINO. L'animale del gregge non è il parassita di suo fratello né il suo tormentatore. O UOMO HAI PERSINO DIMENTICATO CHE ANCHE TU SEI UN ANIMALE. Ma credi ancora che si stia meglio là dove tu non ci sei. Guai a te, se anche il tuo vicino la pensa allo stesso modo. Ma puoi essere sicuro che lo fa. Qualcuno deve pur cominciare a non esser più infantile.
Carl Gustav Jung, Liber Novus
Chi ha sperimentato che, attraverso i simboli, gli opposti si possono "naturalmente" unire in modo da non divergere e non essere più in conflitto tra loro,
ma in modo tale che si completino vicendevolmente e diano forma e
significato alla vita, non trova più difficile concepire l'ambivalenza
dell'immagine di un Dio-natura o di un Dio-creatore. Al contrario,
capirà allora il mito della necessaria incarnazione di Dio -l'essenza
del messaggio cristiano- come il proficuo confronto dell'uomo con gli opposti e la loro sintesi nel "Se", la totalità della sua personalità.
Carl Gustav Jung
Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia
Carl Gustav Jung
Il grande merito del Surrealismo è stato quello di aprire uno squarcio, ricordare all’uomo moderno, sulla scorta delle rivoluzionarie idee di Freud (13), dell’esistenza dell’inconscio e degli sconfinati territori della mente.
E se Magritte ci ha insegnato che le parole non sono adeguate a darci una spiegazione completa di tutta la fenomenologia dell’esistente, noi ora sappiamo grazie a Jung che un certo tipo di immagini possono esserci invece di grande aiuto nel colmare questo tipo di lacuna cognitiva.
Si guardi indietro per andare avanti, perché la storia, di quelle immagini è stracolma. Sopravvissute alla censura, al rogo e all’inganno, esse ci testimoniano la grandezza dell’uomo e la capacità del mistero di sopravvivere ai falsi dogmi.
“Studiare il simbolismo individuale e collettivo è un compito enorme, che è ben lungi dall’essere realizzato. Ma se non altro abbiamo cominciato. I risultati finora acquisiti sono interessanti e sembrano prefigurare una risposta a molte delle questioni su cui s’interroga l’umanità attuale.”
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
http://it.wikiquote.org/wiki/Carl_Gustav_Jung
Riflessioni varie:
A tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell'esistenza: sono quelli che Jung definiva "eventi sincronistici", fenomeni in grado di cambiare l'immagine che abbiamo di noi stessi, il nostro modo di vedere il mondo, di aprirci nuove prospettive. - Robert H. Hopcke -
In questo momento arriviamo al nucleo del nostro cercar senso, ci accorgiamo che esiste un ordine che ci contiene e di quell'ordine abbiamo sempre vissuto, anche quando ostinatamente cercavamo di nominarlo, di irretirlo in 'un significato'. Non siamo noi ad attribuire significati in realtà, perchè essi ci precedono. Sono le nostre forme mentali, le nostre strutture psichiche innate.
Jung discepolo prediletto di Freud si dissoció dal pensiero del maestro, mentre Popper anche lui prediletto da Jung, si discostò dal pensiero dei predecessori dicendo che la verità in se NON ESISTE, la verità che tanto cerchiamo è inesistente perchè incomprensibile da questo piccolo punto di vista.
Forse dico io (amante di Popper) l'illuminarsi: È VIVERE QUELLO CHE SI PENSA...Forse...
“In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, quelle imprevedibili alla vittoria.”
Sun Tzu, L’arte della guerra
Carl Gustav Jung. Non c'è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell'assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l'illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l'oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia - 1978
Quando appoggi e sostegni vanno in frantumi, e non ci sentiamo le spalle coperte neanche dalla più debole promessa di protezione, allora per la prima volta ci è data la possibilità di sperimentare un archetipo che si era prima tenuto nascosto nell'assurdità piena di significato dell'Anima.
E' l'archetipo del Significato, come l'Anima è semplicemente l'Archetipo della Vita.
- Carl Gustav Jung -
"Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino".
E' l'archetipo del Significato, come l'Anima è semplicemente l'Archetipo della Vita.
- Carl Gustav Jung -
"Ogni cosa invecchia, ogni bellezza appassisce, ogni colore si raffredda, ogni luminosità si affievolisce, e ogni verità diventa stantia e banale. Perché tutte queste cose hanno assunto una forma, e tutte le forme si logorano con l’usura del tempo; invecchiano, si ammalano, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino".
Carl Gustav Jung
Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia
Carl Gustav Jung
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri.
Carl Gustav Jung
L'uomo sano non tortura gli altri, in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
L'uomo sano non tortura gli altri, in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore.
Carl Gustav Jung
Non c'è presa di coscienza senza sofferenza.
In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell'assurdo per evitare di
confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l'illuminazione
immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l'oscurità
interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.
Carl Gustav Jung
Il sentimento è una funzione razionale e mi dice cosa vale per me. Il sentimento procede senza manifestazioni fisiologiche corporee o comunque tangibili, mentre l'emozione è contraddistinta da una mutata situazione fisiologica. Quando il sangue sale alla testa, si diventa schiavi della propria ira, il corpo viene coinvolto nelle stesse passioni, ci si trova davvero in una emozione. Col sentimento continua invece a funzionare il sistema di controllo.
Carl Gustav Jung. Le conferenze alla Clinica Tavistock
"La pazzia è un concetto assai relativo. Se per esempio un negro si comporta in un certo modo allora diciamo “non è altro che un negro”; se invece un bianco si comporta allo stesso modo diciamo: “quell’uomo è pazzo” perché un bianco non può agire in quel modo … “Essere pazzi” è una figura sociale; noi usiamo restrizioni e definizioni sociali per determinare i disturbi mentali e psichici. Di un uomo si può dire ch’èstrano che agisce in modo diverso da quanto ci si aspetti e che ha idee singolari; se vivesse in una cittadina della Francia o della Svizzera forse si direbbe: “E’ un originale, uno dei più originali di questo piccolo paese”. Se invece mettete quest’uomo nel bel mezzo di Harley Street subito non si tratterà che di un povero pazzo … Ma tutte queste sono semplicemente delle considerazioni sociali. La stessa cosa si può osservare nei manicomi che crescono in modo mostruoso non perché le malattie mentali aumentino di numero in senso assoluto ma perché non siamo più in grado di tollerare individui anormali cosicchè sembra quasi che ci siano molti più pazzi di prima"
Carl Gustav Jung, brano tratto da Psicologia Analitica: le conferenze alla Clinica Tavistock
La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inamissibili.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria individualità e non si identifica negli altri.
Carl Gustav Jung
Una menzogna non avrebbe senso, se a qualcuno la verità non sembrasse pericolosa.
Carl Gustav Jung
Il sentimento è una funzione razionale e mi dice cosa vale per me. Il sentimento procede senza manifestazioni fisiologiche corporee o comunque tangibili, mentre l'emozione è contraddistinta da una mutata situazione fisiologica. Quando il sangue sale alla testa, si diventa schiavi della propria ira, il corpo viene coinvolto nelle stesse passioni, ci si trova davvero in una emozione. Col sentimento continua invece a funzionare il sistema di controllo.
Carl Gustav Jung. Le conferenze alla Clinica Tavistock
"La pazzia è un concetto assai relativo. Se per esempio un negro si comporta in un certo modo allora diciamo “non è altro che un negro”; se invece un bianco si comporta allo stesso modo diciamo: “quell’uomo è pazzo” perché un bianco non può agire in quel modo … “Essere pazzi” è una figura sociale; noi usiamo restrizioni e definizioni sociali per determinare i disturbi mentali e psichici. Di un uomo si può dire ch’èstrano che agisce in modo diverso da quanto ci si aspetti e che ha idee singolari; se vivesse in una cittadina della Francia o della Svizzera forse si direbbe: “E’ un originale, uno dei più originali di questo piccolo paese”. Se invece mettete quest’uomo nel bel mezzo di Harley Street subito non si tratterà che di un povero pazzo … Ma tutte queste sono semplicemente delle considerazioni sociali. La stessa cosa si può osservare nei manicomi che crescono in modo mostruoso non perché le malattie mentali aumentino di numero in senso assoluto ma perché non siamo più in grado di tollerare individui anormali cosicchè sembra quasi che ci siano molti più pazzi di prima"
Carl Gustav Jung, brano tratto da Psicologia Analitica: le conferenze alla Clinica Tavistock
La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inamissibili.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria individualità e non si identifica negli altri.
Carl Gustav Jung
Una menzogna non avrebbe senso, se a qualcuno la verità non sembrasse pericolosa.
Carl Gustav Jung
La vostra visione apparirà più chiara soltanto quando guarderete nel
vostro cuore. Chi guarda l'esterno, sogna. Chi guarda all'interno si
sveglia.
Carl Gustav Jung
Non ci si illumina immaginando figure di luce ma rendendo cosciente la tenebra.
Di regola le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza.
Carl Gustav Jung
''...abbiamo spogliato ogni cosa del suo mistero e della sua numinosità: non vi è più nulla di Sacro […] … Le tradizioni morali e spirituali sono crollate, provocando ovunque disorientamento e dissociazione.''
''Viviamo nel momento adatto - ad una metamorfosi degli dèi… Le future generazioni dovranno tener conto di questa trasformazione densa di conseguenze, se si vorrà che l’umanità non si autodistrugga…''
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
La vita simbolica -
L’uomo ha bisogno, disperatamente bisogno di una vita simbolica […] ..solo la vita simbolica può esprimere i bisogni dell’anima. […] I simboli che esprimono concetti e verità eterni non possono essere sradicati senza che ne derivino gravi perdite. Se sono stati rimossi o trascurati, la loro energia specifica si inabissa nell’inconscio con conseguenze imprevedibili. Questa energia apparentemente perduta riporta in vita e intensifica quel che predomina nell’inconscio: tendenze che finora non hanno avuto alcuna opportunità di dispiegarsi o non hanno potuto vivere liberamente nella nostra coscienza, così che formano un’Ombra sempre presente e distruttiva. Persino tendenze che avrebbero potuto esercitare un influsso benefico, si trasformano in autentici demoni quando sono rimosse.” (11)
Non è un caso se dagli albori della storia l’uomo si affida alla raffigurazione visiva per fissare e poter osservare meglio quei concetti invisibili (e che solo l’intuito gli permette comunque di percepire) che definiscono le forze le quali regolano il funzionamento della natura e dell’uomo stesso.
Il legame tra immagine ed emozione cui fa riferimento Hillman, può essere dunque rinsaldato tramite un rinnovato interesse per gli archetìpi: immagini cariche di numinosità, cioè di energia psichica tale da renderle dinamiche e “vive”, “energie” che “quando si manifestano nella forma originaria, sono immagini e nello stesso tempo emozioni…. […] E’ un errore grave trattare un archetipo come se fosse un semplice nome, concetto o una semplice parola, poiché è assai più di questo: è un frammento di pura vita, un’immagine che il ponte dell’emozione collega all’individuo vivente. [….] Quando si spoglia un’immagine archetipica del suo particolare tono affettivo, della sua numinosità, le si strappa la vita. Riducendola a una vuota denominazione, la si può riallacciare ad altre rappresentazioni mitologiche e infine dimostrare che tutto significa tutto. I cadaveri di questo mondo sono tutti chimicamente identici, ma non gli esseri umani.”
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
Carl Gustav Jung
Non ci si illumina immaginando figure di luce ma rendendo cosciente la tenebra.
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung
''...abbiamo spogliato ogni cosa del suo mistero e della sua numinosità: non vi è più nulla di Sacro […] … Le tradizioni morali e spirituali sono crollate, provocando ovunque disorientamento e dissociazione.''
''Viviamo nel momento adatto - ad una metamorfosi degli dèi… Le future generazioni dovranno tener conto di questa trasformazione densa di conseguenze, se si vorrà che l’umanità non si autodistrugga…''
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
La vita simbolica -
L’uomo ha bisogno, disperatamente bisogno di una vita simbolica […] ..solo la vita simbolica può esprimere i bisogni dell’anima. […] I simboli che esprimono concetti e verità eterni non possono essere sradicati senza che ne derivino gravi perdite. Se sono stati rimossi o trascurati, la loro energia specifica si inabissa nell’inconscio con conseguenze imprevedibili. Questa energia apparentemente perduta riporta in vita e intensifica quel che predomina nell’inconscio: tendenze che finora non hanno avuto alcuna opportunità di dispiegarsi o non hanno potuto vivere liberamente nella nostra coscienza, così che formano un’Ombra sempre presente e distruttiva. Persino tendenze che avrebbero potuto esercitare un influsso benefico, si trasformano in autentici demoni quando sono rimosse.” (11)
Non è un caso se dagli albori della storia l’uomo si affida alla raffigurazione visiva per fissare e poter osservare meglio quei concetti invisibili (e che solo l’intuito gli permette comunque di percepire) che definiscono le forze le quali regolano il funzionamento della natura e dell’uomo stesso.
Il legame tra immagine ed emozione cui fa riferimento Hillman, può essere dunque rinsaldato tramite un rinnovato interesse per gli archetìpi: immagini cariche di numinosità, cioè di energia psichica tale da renderle dinamiche e “vive”, “energie” che “quando si manifestano nella forma originaria, sono immagini e nello stesso tempo emozioni…. […] E’ un errore grave trattare un archetipo come se fosse un semplice nome, concetto o una semplice parola, poiché è assai più di questo: è un frammento di pura vita, un’immagine che il ponte dell’emozione collega all’individuo vivente. [….] Quando si spoglia un’immagine archetipica del suo particolare tono affettivo, della sua numinosità, le si strappa la vita. Riducendola a una vuota denominazione, la si può riallacciare ad altre rappresentazioni mitologiche e infine dimostrare che tutto significa tutto. I cadaveri di questo mondo sono tutti chimicamente identici, ma non gli esseri umani.”
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
Il grande merito del Surrealismo è stato quello di aprire uno squarcio, ricordare all’uomo moderno, sulla scorta delle rivoluzionarie idee di Freud (13), dell’esistenza dell’inconscio e degli sconfinati territori della mente.
E se Magritte ci ha insegnato che le parole non sono adeguate a darci una spiegazione completa di tutta la fenomenologia dell’esistente, noi ora sappiamo grazie a Jung che un certo tipo di immagini possono esserci invece di grande aiuto nel colmare questo tipo di lacuna cognitiva.
Si guardi indietro per andare avanti, perché la storia, di quelle immagini è stracolma. Sopravvissute alla censura, al rogo e all’inganno, esse ci testimoniano la grandezza dell’uomo e la capacità del mistero di sopravvivere ai falsi dogmi.
“Studiare il simbolismo individuale e collettivo è un compito enorme, che è ben lungi dall’essere realizzato. Ma se non altro abbiamo cominciato. I risultati finora acquisiti sono interessanti e sembrano prefigurare una risposta a molte delle questioni su cui s’interroga l’umanità attuale.”
Carl Gustav Jung - Sanare la frattura, in La vita simbolica - Bollati Boringhieri -
http://it.wikiquote.org/wiki/Carl_Gustav_Jung
Riflessioni varie:
A tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell'esistenza: sono quelli che Jung definiva "eventi sincronistici", fenomeni in grado di cambiare l'immagine che abbiamo di noi stessi, il nostro modo di vedere il mondo, di aprirci nuove prospettive. - Robert H. Hopcke -
In questo momento arriviamo al nucleo del nostro cercar senso, ci accorgiamo che esiste un ordine che ci contiene e di quell'ordine abbiamo sempre vissuto, anche quando ostinatamente cercavamo di nominarlo, di irretirlo in 'un significato'. Non siamo noi ad attribuire significati in realtà, perchè essi ci precedono. Sono le nostre forme mentali, le nostre strutture psichiche innate.
Jung discepolo prediletto di Freud si dissoció dal pensiero del maestro, mentre Popper anche lui prediletto da Jung, si discostò dal pensiero dei predecessori dicendo che la verità in se NON ESISTE, la verità che tanto cerchiamo è inesistente perchè incomprensibile da questo piccolo punto di vista.
Forse dico io (amante di Popper) l'illuminarsi: È VIVERE QUELLO CHE SI PENSA...Forse...
Non esistono due mondi separati, due realtà diverse, un mondo normale e uno paranormale...esiste un mondo unico, che si può "guardare" o "vedere" - Carlos Castaneda -
“In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, quelle imprevedibili alla vittoria.”
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